Generazione “touch screen”

I bambini della contemporanea società dell’informazione sono cresciuti per “immersione” nel mondo dei media.

Recenti dibattiti parlano di “nativi digitali”, alludendo al modo in cui le nuove generazioni utilizzano le tecnologie.

 

Genitori, educatori ed insegnanti si trovano impreparati davanti all’abilità con la quale questi bimbi navigano in rete, utilizzano i videogiochi e gestiscono il mouse, considerato il prolungamento virtuale delle loro mani: questo fenomeno è in sé stesso un evento epocale poiché altera i rapporti di autorità e apre nuove questioni.

La distanza tra adulti e bambini genererà più controllo o più libertà ? L’eccessivo uso di tecnologie potrà essere equilibrato da una buona educazione? I nativi digitali che tipo di generazione saranno, violenta, egocentrica, antisociale?

Molti sono i dubbi e le domande, spesso un po’ apocalittiche, inerenti la tematica in oggetto, ma tenere lontani i bambini dalla rete equivale a non stimolare gli anticorpi necessari affinché essi possano affrontare consapevolmente e legalmente il mondo del web. Equivarrebbe a tenere un bambino che deve crescere in casa, segregandolo.

E uscendo per strada egli non saprebbe come affrontare il mondo, quali sono le regole, come socializzare. Internet, attraverso l’uso della Information Technology, consente di comunicare, acquisire informazioni, giocare.

E’ una rete imponente formata da computer dislocati in tutto il mondo e collegati tra loro da cavi e satelliti. Tramite il collegamento è possibile ricevere testi, immagini, video e musica. Si può accedere a giochi, a programmi educativi, reperire informazioni per la scuola, e comunicare con persone a livello mondiale.

Internet è uno strumento magnifico, come tutta la diversa tecnologia del quale disponiamo oggi, ma và utilizzata con un minimo di cultura di base, accorgimenti e buon senso.

Non si può ignorare che i nostri figli possono facilmente imbattersi in contenuti sconvenienti presenti sulla rete o peggio essere richiamati in modo ingannevole da siti che contengono materiale illegale e nocivo, come pedopornografia esplicita, istigazione all’uso di sostanze stupefacenti, al gioco d’azzardo, e altro ancora.

I maggiori rischi dati dall’uso del web, senza i necessari accorgimenti, vanno dall’adescamento di minori, al cyberbullismo, al furto d’identità , alla dipendenza dal web, fino al capitolo dei socialnetwork e alla reputazione online, poiché il materiale che viene pubblicato resterà per sempre, come un tatuaggio indelebile.

Negli ultimi anni molti sono stati i progetti promossi da varie associazioni, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica intorno ai temi della sicurezza in rete.

A seconda del livello d’età dei bambini, sono state implementate azioni per favorire il dialogo con i genitori e gli educatori, per informare e formare, per proteggere i minori da contenuti inadatti attraverso l’utilizzo di filtri e sistemi di parental control.

Inoltre Internet sta entrando a piccoli passi anche nelle scuole, attraverso un adeguamento reso necessario dai rapidi cambiamenti socio-culturali verso la società dell’informazione: la rete viene vista come importante risorsa educativa per la condivisione della conoscenza, per migliorare la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento.

Dunque, la rete come grande ed entusiasmante occasione di maturazione per tutti. Famiglia, scuola, media e istituzioni devono lavorare insieme avviando un percorso di crescita comune ed illustrando sia le grandi potenzialità e opportunità dei nuovi mezzi, sia evidenziandone limiti e pericoli.

 

Rita Bimbatti

Pedagogista e Sociologa della salute


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